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Biblioconsigli e tecniche di comunicazione social

Intervista a Manuela De Noia


Bibliotecaria, YouTuber, ma anche membro dell’Osservatorio Formazione dell'Associazione Italiana Biblioteche e redattore per AIB Web. Manuela De Noia è tutto questo e anche di più e ha risposto per noi ad alcune domande che ci aiuteranno a imparare tanti modi possibili per comunicare le biblioteche attraverso i social network.


Manuela come nasce la tua passione per i libri e quale è stato il tuo percorso di studi per diventare bibliotecaria? La mia casa è stata sempre piena di libri. La passione per la lettura mi è stata trasmessa da mio padre. Da piccola, mi regalava spesso libri ed è stato lui ad accompagnarmi, per la prima volta, in biblioteca, quando avevo 13 anni. Presi in prestito l’Amleto di Shakespeare e ricordo il fascino che ebbe su di me questo luogo pieno di libri e di storie che incuteva timore reverenziale. Oggi faccio il lavoro che amo e, per esserci riuscita, mi ritengo fortunata. I miei studi si sono orientati dapprima verso il mondo dei beni culturali e dell’arte contemporanea: un diploma al Liceo Artistico di Benevento, una laurea in Conservazione dei Beni Culturali a Napoli, un Master per curator all’Accademia di Belle Arti di Brera. Durante gli studi, mi sono accostata al mondo delle biblioteche e ho capito che quella era la mia strada. Grazie all’Associazione Italiana Biblioteche (sono socia dal 2008), ho iniziato a frequentare corsi di catalogazione sul libro moderno e antico, poi molta formazione, anche di tipo formale, sul digitale applicato alle biblioteche erogata da Università, MiC e Regione Campania, e non da ultimo, tantissima esperienza sul campo. Attualmente, lavoro in una cooperativa che presta i propri servizi presso la Biblioteca provinciale di Benevento, sono un membro dell’Osservatorio Formazione dell’AIB e mi occupo dell’organizzazione di corsi di aggiornamento professionale per bibliotecari, anche in e-learning.


Un canale YouTube, una pagina facebook e tanti Biblioconsigli...raccontaci il lato social della tua professione.

Il lato social è il naturale sbocco dei miei interessi personali e professionali. Il mio obiettivo è stato quello di svecchiare la figura del bibliotecario e di avvicinare le persone al mondo delle biblioteche.

Il format de I Biblioconsigli è semplice. Attraverso uno spot di breve durata, presento un libro, accompagnato dalla lettura di un breve estratto e da una recensione sintetica, con l’intento di risvegliare la voglia di leggere. L’obiettivo è quello di promuovere un approccio piacevole al libro e alla lettura, con uno stile comunicativo leggero e veloce, mettendo in connessione il mondo delle biblioteche, dell’editoria e delle librerie indipendenti. Al progetto ha mostrato interesse anche la Biblioteca Statale di Montevergine, in provincia di Avellino, che ospita la rubrica sul sito web ufficiale della biblioteca, e nei cui locali sono stati girati alcuni video per I Biblioconsigli.

Con i “Biblioconsigli”, la bibliotecaria che è in me esce fuori dal suo habitat naturale per rivolgersi all’esterno cercando di soddisfare i bisogni informativi della comunità di lettori, ma soprattutto dei non-lettori, attraverso forme innovative di comunicazione.

Quali consigli ti sentiresti di dare ai bibliotecari che si avvicinano ora ai social network? Quali sono secondo te gli strumenti e le tecniche di comunicazione più efficaci?

Consiglio di seguire la regola delle 3 C.

Consultati con chi ne sa più di te.

Nel mio caso, mi confronto spesso con un mio amico informatico ed un giornalista esperto in comunicazione digitale. Spesso mi consigliano libri da leggere sull’argomento o mi prospettano soluzioni tecniche. Alla fine, scelgo la direzione da prendere.

Compara i contenuti e i dati.

Non imitare mai gli altri, ma guarda cosa fanno! Prendere spunto dai competitor è sicuramente un modo per trovare l’ispirazione, ma bisogna sempre seguire le proprie inclinazioni naturali ed i propri interessi personali per la creazione dei contenuti. Tutti, a nostro modo, siamo portatori di significati unici ed originali.

Un altro aspetto fondamentale di questo lavoro, sì perché questo è un lavoro a tutti gli effetti, è la raccolta dei dati statistici sulle visualizzazioni, le impressioni e le interazioni dei follower. Guardare gli insight nei vari account e analizzare cosa ha funzionato e cosa invece no nei contenuti postati in determinati orari del giorno, aiuta a comprendere gli errori e a correggere il tiro.

Comunica in maniera creativa.

Una grande attenzione deve essere riservata allo stile comunicativo: semplice, accattivante, ricco di stimoli e corredato da immagini e video, curati nell’aspetto grafico e nella risoluzione. La pagina Facebook di un bibliotecario o di una biblioteca, deve avere una identità precisa, che la renda diversa dalle centinaia di altre pagine simili, ma soprattutto deve raccontare storie che coinvolgano il pubblico di follower e di utenti, e generare conversazioni.

Consiglio, inoltre, un uso responsabile degli hashtag. I bibliotecari dovrebbero essere abituati ad etichettare, classificare, soggettare e invece, talvolta, mi imbatto in liste infinite di hashtag senza criterio, con il risultato di sembrare poco credibili nelle ricerche. Esistono appositi tool e strumenti per scegliere e generare hashtag rilevanti per le nostre conversazioni: All-hashtag, Ubersuggest, per citarne alcuni.

Poi Canva, IMovie, YouCut, Shotcut per l’editor di immagini e video.

Ma le strategie di comunicazione e gli strumenti servono a ben poco, se non c’è la passione per quel che si sta facendo e comunicando. Se non sai comunicare bene, non avrai reazioni significative. Bisogna saper attrarre l’attenzione. È questo il segreto per un account di successo.

Quanto conta a tuo avviso creare "rete" tra i bibliotecari? Quali sinergie ritieni possibili in questo senso? Conta moltissimo. La cultura è inclusione, non esclusione. Far parte di una comunità di bibliotecari come l’Associazione Italiana Biblioteche è importante per la crescita e l’aggiornamento professionale. Ma la comunità dei bibliotecari, in un Paese in cui una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa, non deve parlare solo a se stessa, bensì deve fare rete con tutti gli attori della filiera del libro: editori, librai, autori, se si vogliono perseguire scopi comuni o realizzare progetti che abbiano a che fare con la promozione e l’educazione alla lettura. Nel mio caso, I Biblioconsigli sono ospitati dalla Biblioteca Statale di Montevergine per promuovere i libri del loro fondo di pubblica lettura, la Biblioteca internazionale per ragazzi de Amicis di Genova mi ha chiesto di girare una video lettura per i più piccini durante il primo lockdown, per gentile concessione di un editore indipendente, altri spot sono stati girati in librerie indipendenti o per YouTuber che mi chiedono, di volta in volta di collaborare a iniziative che riguardano la lettura.

Il confronto fra professionisti diversi serve, in una logica collaborativa, a mettere in campo ognuno le proprie competenze ed esperienze e a far nascere nuove idee, anche assurde. E come asseriva Einstein: Se un'idea non è assurda, allora non c'è nessuna speranza che si realizzi.


 


Manuela De Noia è bibliotecaria, membro dell’Osservatorio Formazione dell'Associazione Italiana Biblioteche e redattore per AIB Web. Ha pubblicato, insieme a Patrizia Lùperi e Matilde Fontanin, il libro “Il portfolio delle competenze. Un nuovo strumento per il professionista dell’informazione” (AIB, 2017). Cura la rubrica “I Biblioconsigli”, con la quale propone viaggi nel mondo dei libri e delle biblioteche.

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